XII del tempo ordinario A

25 giugno 2023

 

Quanto vale la vita?

Spesso la si valuta per ciò che si possiede, per il numero delle amicizie in atto, per la cifra delle persone con le quali si ha avuto una relazione – o una storia come banalmente si dice –, per quanti abbiamo sotto i nostri piedi o riusciamo a manipolare, per quanto potere pensiamo di avere.

Il Signore ci ha detto: «Voi valete più di molti passeri!».

Mi colpisce come un attore comico, Alessandro Siani, che per professione mette sempre sul ridere ogni situazione, dal palco di un teatro in diretta su un canale RAI, abbia concluso il suo monologo spiritoso con una riflessione seria: «Oggi chiedi un’amicizia e poi conosci una persona, prima invece conoscevi una persona e poi, magari, le chiedevi l’amicizia. Poi ci sta sempre quell’amico che viene vicino e dice: “Ma su facebook hai solo 700 amici”. Il mio problema non è che ho solo 700 amici; il mio problema è che mi sento solo tra 700 amici. Diceva un grande scrittore: “Tutti dicono che l’amore fa male”. Non è vero: la solitudine fa male, il rifiuto fa male, perdere qualcuno fa male. Tutti confondono queste cose con l’amore, ma in realtà l’amore è l’unica cosa in questo mondo che copre il dolore e ci fa sentire ancora meravigliosi».

Quanto vale la vita?

Vale per i numeri che si hanno o per l’amore che Dio ci permette di ricevere e di donare? Non vale di più per le amicizie, quelle vere e non quelle che fanno numero, quelle che ci aiutano ad essere noi stessi e non dei numeri sulla terra, quelle che nella solitudine ci sono a fianco e rendono la vita meravigliosa? Invece, purtroppo, la nostra vita e le nostre relazioni sono sempre misurate sulla nostra paura, quella che non vogliamo far vedere, quella che fingiamo di non avere: abbiamo paura di essere soli in mezzo a una moltitudine di persone che chiamiamo familiari, parenti, amici, conoscenti e persino comunità; abbiamo paura della solitudine e ci attacchiamo a relazioni fasulle per mostrare a noi stessi e agli altri che la nostra vita vale; abbiamo paura dei nostri insuccessi e dei nostri fallimenti; abbiamo paura di essere esclusi; abbiamo paura di essere traditi, derisi, denigrati; abbiamo paura di essere fraintesi, massacrati dai pettegolezzi, calunniati e messi al bando; abbiamo paura di chi ci mette il bastone tra le ruote, di essere fregati, presi in giro. Abbiamo paura e non ci fidiamo più di nessuno.

Ma, allora, quanto vale la vita?                                           

Il profeta Geremia, stretto nella morsa dei suoi carnefici che volevano la sua pelle per aver annunciato la parola di Dio, solo come un cane abbandonato, ha aperto il proprio cuore: «Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile». Come possiamo aver paura quando il Signore è con noi per indicarci la strada giusta da seguire, quella da riprendere per tornare indietro se la via percorsa è sbagliata, per riprendere quella che ci da gioia e non paura? Egli si manifesta anche nei momenti di smarrimento, di vuoto, di confusione e di crisi. La parola crisi, che da noi ha un valore negativo, in oriente si traduce con “possibilità”, perché la vita è una possibilità bella, da vivere, da spendere. Dio si manifesta a noi attraverso coloro che ci sono a fianco e che attraverso l’amore e l’amicizia danno senso alla vita non fondata su numeri, ma su ciò che è vero, grande, santo. Ogni giorno dell’anno potremmo e potremo avere una paura. Eppure per tre volte Cristo ci ha ribadito: «Non abbiate paura». Questa espressione nella Bibbia ricorre per 366 volte, una per ogni giorno. Non dobbiamo temere – ci ha detto – il giudizio degli altri, quando la nostra vita è vissuta al meglio; non dobbiamo temere quelli che uccidono il corpo con le loro manie di prestazione, ma non hanno potere di uccidere i cuori autentici; non dobbiamo temere che la nostra vita valga per i numeri che possiamo esibire, perché conta più ciò che si è rispetto a ciò che si ha o si vuole mostrare. Ci ha detto di non temere, poiché non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato. Noi, al contrario, ci nascondiamo quando la Verità ci tocca sul vivo e ci nascondiamo dal Signore quando quello che lui ci dice nel segreto del cuore dovremmo testimoniarlo alla luce del sole e quello che ascoltiamo all'orecchio dovremmo gridarlo dalle terrazze.

Quanto vale la vita?

Paolo esorta i cristiani di Roma a non lasciarsi andare, perché, come per la caduta del primo uomo venne la fragilità umana mediante il peccato, così per la morte e la risurrezione di Cristo la Grazia di Dio ha sovrabbondato sulla nostra debolezza, quella stessa debolezza che ci fa stimare il valore della vita per ciò che possediamo, per i numeri che abbiamo, per quanto mostriamo. A Dio invece interessa ciò che siamo e dovrebbe interessare anche noi per essere davvero felici smettendo di rincorrere la fama, l’apparenza e il consenso.

Quanto vale la vita?

È così bella la vita: perché dovremmo seppellirla con le nostre paure, quando sappiamo di avere Dio dalla nostra parte che ci sostiene nella crisi, dà senso ai nostri fallimenti con nuove opportunità e infonde il coraggio di fare scelte giuste e grandi, anche se costano fatica e distacco?

Non ci resta che pregare:

O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annuncio profetico della tua parola, liberaci da ogni paura, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con franchezza il tuo nome davanti agli uomini. Amen.