V del tempo ordinario A
5 febbraio 2017
Non è un invito e nemmeno una persuasione quella del Signore. A chiare lettere, infatti, ci dice «Voi siete il sale della terra e la luce del mondo!». Non ci dice: «Siate sale e luce», ma «Siete». Questo ci porta a considerare il fatto che il Signore ci sta richiamando a un compito importante che i cristiani hanno: quello, cioè, di dare sapore a questo mondo come il sale insaporisce gli alimenti e di essere luce che illumina coloro che ci incontrano, perché vedano in noi un riflesso di Dio e possano essere illuminati perché la loro vita possa camminare nella giusta direzione, vedendo gli ostacoli e superandoli. Il sale, infatti, se perdesse il sapore non servirebbe a nulla, così i cristiani insipidi non servono a dare sapore e speranza a questo mondo così indifferente alle grandi questioni della vita. Oggi nella nostra nazione si celebra la giornata per la vita. Essere cristiani saporiti significa dare gusto alla vita, a quella vita così spesso trattata come pezze, soprattutto nel periodo della gestazione, come se il feto che viene custodito non fosse una vita e quindi può essere eliminato nelle prime settimane dal concepimento, in particolare quando il concepimento è avvenuto per caso, per una sciocchezza, per una banalità, quasi per gioco. Oppure l’inneggiare all’eutanasia come rimedio ai tanti dolori senza pensare che la vita sia un grande dono anche nel momento della sofferenza. E molti si ergono a giudici di una vita non propria o chi pensa alla propria ritiene che una semplice puntura ponga rimedio a tutto. Per non parlare poi della droga e di tutto ciò che impoverisce la vita stessa delle persone quando questa è vissuta male o viene rovinata da sbandamenti e scelte che la portano verso un declino. E i cristiani dove sono? Che posizione prendono quelli che si dicono cristiani e credenti in un Dio che ci dona la vita? Perché nessuno parla, nessuno si schiera contro questi attacchi alla vita? Siamo o non siamo sale della terra e luce del mondo? Perché facciamo così fatica a schierarci a favore della vita o perché facciamo fatica a dare buona testimonianza di ciò che il Signore ci ha donato non per nostro merito, ma solo per il suo amore? Se siamo davvero sale della terra e luce del mondo non dobbiamo aver paura a testimoniare la verità della vita, non dobbiamo aver vergogna a difenderla, non possiamo tacere senza prendere posizioni su leggi e discorsi banali che trattano la vita come carta straccia. Se siamo sale della terra e luce del mondo abbiamo il dovere, come cristiani, di insaporire quei cuori indifferenti e insipidi e abbiamo il compito di illuminare quelle persone che prendono la vita propria e altrui sotto gamba. È un compito importante il nostro, che non dobbiamo sottovalutare. Quante persone conosciamo che vivono la propria vita e le loro relazioni all’acqua di rose? Quanti sono quelli che non si fermano a riflettere sulle cose importanti della vita, compiendo scelte giuste e sagge? Gesù Cristo oggi ci dice di essere noi quel sale che da gusto alla nostra e alla loro esistenza attraverso le nostre buone opere e la nostra testimonianza. Attraverso le nostre parole e i nostri buoni consigli ci chiede poi di essere luce che illumina il loro futuro. Se ci professiamo cristiani non tiriamoci indietro davanti a questo compito non semplice, ma quanto mai necessario. Non possiamo continuare a lamentarci per un mondo che sta evolvendo in negativo se noi per primi non lo insaporiamo e non lo illuminiamo con la nostra bella testimonianza di vita. Prendiamo in considerazione le parole che San Paolo scrive ai Corinzi: “Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”. Cosa vuole dirci? L’apostolo sta sottolineando come la sua predicazione non si è basata su parole umane, ma su parole ispirate da Dio attraverso lo Spirito. Questo ci insegna che anche noi, se invochiamo lo Spirito Santo, potremo parlare in nome di Dio perché è lo Spirito stesso che mette sulle nostre labbra quelle parole giuste che ci permettono di insaporire questa terra insipida e di illuminarla con il nostro buon esempio. Anche nel profeta Isaia troviamo parole che ci indicano questo. Egli scrive che se la nostra vita compirà azioni buone, giuste e sante, allora brillerà fra le tenebre la nostra luce, le tenebre saranno splendenti come la luce a mezzogiorno. Non vergogniamoci dunque di essere sale della terra e luce del mondo, non tiriamoci indietro nel prendere posizione a favore della verità, in qualunque campo, in qualunque luogo e con chiunque si presenti a noi. Il Signore si fida di noi: non ci trovi né insipidi né spenti.