Commemorazione di tutti i fedeli defunti
2 novembre 2017
Il ricordo dei nostri morti non ci deve spingere solo a guardare in terra, ma a ricordare la loro fede e pregare costantemente per loro attraverso il suffragio e la celebrazione della Messa; il loro buon esempio e la loro testimonianza di vita cristiana servano a noi come via alla santità e a loro come chiave che spalanca le porte del paradiso. È nella celebrazione eucaristica, infatti, che noi ci rivolgiamo al Padre invocando la sua misericordia sui nostri cari, dicendo: “Ricòrdati dei nostri fratelli che hai chiamato a te da questa vita: e come per il Battesimo li hai uniti alla morte di Cristo, tuo Figlio, così rendili partecipi della sua risurrezione” (Preghiera eucaristica II). È in virtù del Battesimo che noi siamo immersi nella morte di Cristo e partecipi della sua beatitudine, della sua Risurrezione. La nostra vocazione cristiana, che ha inizio proprio nel momento del nostro Battesimo, non è una vocazione per la morte, ma per la vita. Non siamo stati chiamati all’esistenza per morire, ma per vivere in Cristo risorto. Ogni volta che noi celebriamo l’Eucaristia e invochiamo il Signore a favore dei nostri defunti stiamo affermando che la morte è solo un passaggio, triste, sofferto, angosciante, ma è solo un passaggio alla gloria eterna. Non c’è modo migliore di ricordare i nostri cari defunti che nella celebrazione della Messa, perché come Cristo risorto è vivo in mezzo a noi, così anche i nostri cari, battezzati in Cristo, sono viventi in lui, bisognosi delle nostre preghiere per la loro purificazione, ma li crediamo viventi in Cristo. A cosa si riferisce l’apostolo Giovanni nel libro dell’Apocalisse quando scrive: “A colui che ha sete io darò gratuitamente da bere alla fonte dell’acqua della vita”? Di quale fonte parla se non dell’acqua battesimale che disseta il nostro desiderio di eternità nella quale speriamo e crediamo che i nostri cari siano entrati, per la grazia di Dio e mediante le nostre preghiere di suffragio. Aneliamo anche noi a questa fonte, come la cerva anela ai corsi d’acqua, come abbiamo cantato nel salmo, desideriamo anche noi il paradiso come lo desiderano i nostri morti per “ritrovarci insieme a godere della tua gloria quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode, in Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo ogni bene” (Preghiera eucaristica III). Cerchiamo il paradiso per i nostri morti, invochiamolo per loro nella celebrazione della Messa, ma cerchiamolo anche per noi, vivendo su questa terra costantemente rivolti alla meta eterna che Cristo ci ha promesso immergendoci nelle acque battesimali.