Madonna delle Lacrime

Saluto a S. Ecc. Mons. Antonio Staglianò

Presidente della pontificia accademia di teologia

2 giugno 2023

 

Eccellenza,

dandole il mio benvenuto nella nostra comunità di Ponte Nossa anche a nome delle autorità qui presenti, che saluto e ringrazio, le esprimo la mia gratitudine per essere qui con noi a celebrare la festa del nostro paese, l’anniversario dell’Apparizione della Madonna a una giovane pastorella, alla quale inizialmente la Vergine Maria si è manifestata attraverso una lacrima sul proprio viso, così ben raffigurato in questo affresco. Chissà quale emozione avrà provato quella ragazzina, quale gioia avrà sentito nel suo cuore, quale sensazione avrà avvertito. Forse anche lei, come la giovane Maria all’annuncio dell’angelo, si sarà sentita spaventata o forse incredula, dubbiosa al primo momento, ma colma di fede in un secondo.

Come vorrei che questi sentimenti fossero impressi nel cuore dei nostri ragazzi e giovani, dei  loro genitori e della società tutta. Invece trovo questo mondo sempre più apatico di fronte all’annuncio di Dio, sempre più indifferente davanti ai misteri della nostra salvezza, sempre meno interessato alla fede.

In questo anno pastorale trascorso, avvicinandoci con tutta la Chiesa al Giubileo del 2025, abbiamo posto al centro della nostra riflessione la virtù della fede, declinata anche attraverso i modi e i motivi della preghiera. Le assicuro che anche per me, che mi si dice addetto al mestiere, non è stato facile mettermi in gioco. Ciò che mi spaventa e mi preoccupa è l’incapacità di mettersi in gioco da un punto di vista cristiano, mentre in altri ambiti, come quello sportivo e aggregativo, diventa più facile. Mi preoccupo, non perché questi due ambiti siano demoniaci, tutt’altro, ma perché sono convinto che senza la fede in Colui che ci ha salvato dalla morte, Gesù Cristo, anche la nostra esistenza, con tutto ciò che in essa si sperimenta, sarà votata alla morte, e quando vedo apatia, indifferenza e menefreghismo sul volto dei nostri ragazzi, sto già sentendo puzza di morte, non fisica s’intende.

Eccellenza, in questi giorni di permanenza a Ponte Nossa, sono contento che possa assistere al bel musical che i nostri ragazzi e giovani domani sera metteranno in scena nel nostro oratorio nella cornice delle feste del nostro paese e sono certo che potrà gustare quanto impegno e quanta passione ci hanno messo in questi mesi per giungere a quello che, sono certo, sarà un ottimo risultato, grazie anche all’attenzione e alla cura di quanti li hanno preparati e di questo sono infinitamente grato al Signore e a loro. Sono contento che possa assistere, perché nella sua vita di pastore ha saputo comunicare la bellezza della fede alle giovani generazioni attraverso la musica e la cultura. Il mio desiderio – e mi si insegna che desiderare significa puntare alle stelle – è che la stessa passione con la quale va in scena uno spettacolo meraviglioso, possa essere la stessa passione che possano mettere nel conoscere sempre più il Signore e nel lasciarsi guidare nella fede da Gesù Cristo, perché tutto ciò che è senza Cristo è vano. Cito un’espressione che mi è giunta laciandomi perplesso: “Una sera alle prove c’è stato uno sclero generale, già risolto peraltro, di cui ti rendo edotto, perché fa emergere uno degli aspetti educativi del musical che lasciano il segno più della catechesi”. Ora, sono convinto dei grandi aspetti educativi, ma anche dell’ingenuità del messaggio e che, senza pensarci, chi l’ha scritto non voleva certamente far passare che la catechesi fosse meno importante di un musical o che quanto passa nel preparare uno spettacolo sia più importante dell’insegnamento di catechesi, tuttavia ciò che appare nel mondo di oggi sembra molto chiaro nei ragionamenti che sentiamo e negli atteggiamenti che vediamo: non abbiamo poi così bisogno della catechesi e quindi di Gesù Cristo, della fede in Lui, quando abbiamo tutt’altro a cui pensare e che ci fa divertire più di una Messa, più di una catechesi, più di un momento di preghiera.

Posso sembrare pessimista, cupo o malinconico, ma guardando alle mani di Maria, Regina delle Lacrime, posate sul suo cuore, anche il mio si riempie di speranza per il domani e, unendomi al canto, posso esclamare: «Il tuo Signore è in mezzo a te: popolo santo non temere, dona speranza all’umanità».

Eccellenza, da poco il Papa le ha affidato la guida della Pontificia accademia di teologia, un compito sicuramente importante all’altezza di un uomo di fede e di cultura come lei, ma soprattutto capace di un linguaggio semplice, moderno, ma non per questo banale. Ecco, oggi le chiedo di aiutarci e di insegnarci a far sì che questo linguaggio sia capace non di catturare come allocchi i cristiani e in particolare i più giovani, per questo ci pensa già il mondo, ma che possa portare a Gesù Cristo, Via, Verità e Vita nel cuore dell’uomo, perché ognuno, in modo speciale ciascun giovane, possa trovare la realizzazione della propria vita, quella che non si chiude con un sipario, ma che resta per sempre e addirittura per l’eternità.